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LEGGENDA SULLA CICALA: Si narra che Eos, Dea dell’aurora si fosse innamorata del terreno e bellissimo Titone, figlio del re Laomedonte e fratello maggiore del re Priamo di Troia. Eos rapì quindi quest’uomo chiedendo a Zeus di renderlo immortale. Dal loro amore nacquero 2 figli, di cui uno fu ucciso da Achille durante l’assedio di Troia. Da quel giorno la Dea dell’ aurora piange inconsolabilmente il proprio figlio ogni mattina e le sue lacrime formano la rugiada. Zeus donò l’immortalità a Titone, ma non l’eterna giovinezza, così negli anni egli continuò ad invecchiare, mentre Eos si manteneva giovane e bella. Il corpo dell’uomo prima si indebolì, poi pian piano si rattrappì, contraendosi sempre più nella pelle grinzosa, finendo come un infante in un cesto di vimini. La vita non lo abbandonava e con essa anche il desiderio di viverla e cantarne le lodi, tanto che gli dei si impietosirono dell’uomo e consentirono a Eos di trasformarlo nella cicala, amica eterna dei poeti e delle Muse e animale simbolo della bellezza per gli antichi greci. Da allora la cicala canta tutto il giorno quando il sole è alto nel cielo e le temperature sono calde. Cannta la sua vita eterna sull’orlo della caduta, come a sancire l’immortalità e la fragilità dell’anima.